Snapchat: come sono nate le stories?

Snapchat: come sono nate le stories?

Di: Adriana Giunto
7 mesi fa

Snapchat: come sono nate le stories?

Snapchat è un'applicazione lanciata nel 2011 da tre studenti di Stanford: Evan Spiegel, Bobby Murphy e Reggie Brown. Da subito rivoluzionaria dotata di contenuti esclusivi, istantanei, personalizzabili. La vera grande novità sono le “storie” foto e video visualizzabili solo per 24 ore seguenti alla loro pubblicazione.

Negli anni ci sono stati svariati aggiornamenti, come ad esempio la funzione “Ricordi”, che serve a salvare gli snap personali, filtri vocali per modificare i suoni e voci all'interno dei video.

Amatissima tra i giovanissimi grazie alla sua spontaneità. Inizialmente disponibile solo sul sistema operativo iOS, dato il grande successo, viene lanciata anche su Android nel 2012.

Le storie di 24h di Snapchat approdano anche su altre piattaforme...

Instagram: nel 2016, cinque anni dopo Snapchat, le storie vengono aggiunte anche su IG, hanno funzioni molto simili a quelle caratteristiche dell’app del fantasmino bianco, ma offrono anche alcune funzionalità speciali che lo distinguono, come la possibilità di aggiungere collegamenti che indirizzano gli utenti URL esterni, aumentando il coinvolgimento. Si possono aggiungere canzoni, sondaggi, quiz, filtri, ripubblicare i ricordi passati, geolocalizzarsi, fare e salvare dirette e molto altro per rendere l’esperienza estremamente completa e personalizzabile. Instagram fornisce anche la possibilità di mettere in evidenza sul proprio profilo le storie pubblicate in passato rendendole visualizzabili sempre e non solo per le classiche 24 ore.

Facebook: nel 2017 arriva il momento di FB, le funzioni sono molto simili a quelle di IG, con l’aggiunta dell'opzione per il cross-posting tra piattaforme. Facebook è la balena blu delle piattaforme di social media, ha il pubblico più numeroso, più o meno lo stesso di Instagram e Snapchat messi insieme. Nonostante ciò le storie non sono ancora popolari come quelle di Instagram, probabilmente anche per il differente utilizzo della piattaforma: i più giovani sono presenti, ma anche poco attivi, e considerano FB un social per gli anziani.

Whatsapp: nel 2017 poco dopo Facebook, in occasione dell’ottavo compleanno dell’applicazione, le storie giungono anche qui, con il nome di “stato” visibili solo ai propri contatti. Si possono pubblicare foto e video e aggiungere emoji, testi e controllare le visualizzazioni.

Curiosità: Zuckerberg chiama Spiegel nel 2013, per offrirgli ben 10 miliardi per la sua piattaforma. Il giovane rifiuta l’offerta, puntando tutto su Snapchat.

Curiosità: Nel 2018 il numero di utenti giornalieri attivi cala, anche a causa di un restyling grafico che non è piaciuto a nessuno, spingendo addirittura circa 1,2 milioni di utenti a firmare una petizione su Change.org per ripristinare la versione precedente.

Condividi l'articolo: